Beccato! Ecco delle piccole trappole a forma di piramide create per rinchiudere delicatamente singole cellule ematiche senza ucciderle: l’idea è che in futuro queste trappole possano entrare a far parte di un sistema per la cattura e l’analisi di singole cellule, forse come componente del monitoraggio di alcuni tumori. Le trappole in questione, composte di ossidi del silicio, partono come forme piatte a stella, ma quando vengono aggiunte ad una soluzione salina si ripiegano catturando le cellule che possono trovarsi nei paraggi: sinora esse si sono dimostrate in grado di catturare globuli rossi e fibroblasti, che sono un tipo di cellule contenute nel tessuto connettivo.
Soluzione salina al posto del calore
I creatori di questi microscopici strumenti hanno lavorato a lungo su strutture che agiscono in questo modo su scala macroscopica, ma in risposta al calore anziché ad una soluzione salina. Le piccole piramidi create di recente sono dotate di una sostanza collosa sui bordi, in modo da sigillarsi una volta ripiegate, e di valvole di sfogo che consentono alle cellule catturate di continuare a scambiare con l’ambiente esterno nutrienti e sostanze di rifiuto. Esse comunque devono ancora superare numerosi test di sicurezza prima di poter essere iniettate all’interno di un corpo umano, ed i loro creatori sperano di riuscire a renderle in grado di catturare specifici tipi di cellule anziché inglobare la prima cellula che trovano intorno a sé.
(Nano Lett 2014; 14(7): 4164-70)